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Il Bassotto foglia secca

articolo publicato su “I Nostri Cani”, Periodico Ufficiale dell'E.N.C.I.

Selezionato e salvaguardato per molti anni da pochi allevatori, italiani e di altre nazioni europee, per puro amore di una pigmentazione tanto particolare, il colore fulvo nel bassotto a pelo duro (“foglia secca”, se tradotto alla lettera dallo Standard di Razza) è diventato ultimamente “di moda”. I più grandi allevatori di tutta Europa hanno acquistato almeno un soggetto biondo; le più prestigiose esposizioni hanno un’altissima percentuale di foglia secca (a volte due o più cani nella stessa Classe); vengono prodotti (e venduti) molti cuccioli con questa colorazione; i più importanti giudici hanno incominciato ad apprezzarne le qualità e non di rado riconoscono a duri fulvi alti podi; anche negli Stati Uniti, dove da sempre, accanto agli altri colori, c’è il foglia secca, sono stati richiesti tre cani di mia genealogia.

E’ un momento in cui si dedica molta attenzione ai colori del mantello del bassotto in tutti i tipi di pelo. A questo si deve anche la riscoperta e ripresa “in grande scala” del marrone focato (comunemente detto “cioccolato”) e del fulvo nel duro. Ho avuto il piacere di vedere recentemente in Germania un soggetto a pelo duro cioccolato che rappresenta davvero la massima espressione del suo tipo, purtroppo raramente riscontrabile nella maggior parte dei bassotti di questo colore, che mostrano spesso una pigmentazione molto diluita del manto, una depigmentazione delle mucose fino al beige o quasi al rosa e occhi troppo chiari, verdi o verdi-giallo. Il bel cioccolato deve essere marrone scuro con focature rosse, deve avere mucose, unghie e tartufo marroni e occhi marroni il più intenso possibile.


Ammesso e attestato fin dai primi tempi (ho trovato in uno Stambook del 1913 il disegno di un foglia secca bellissimo per gradazione e qualità di mantello), il biondo nel pelo duro è una tonalità molto gradevole che, se manifestata al suo più alto livello di espressione e tipologia, sa davvero dare grande valore al bassotto. Rientra nella classificazione definita dallo Standard “unicolore”, con una gamma di toni che va dal “fulvo”, al “fulvo-giallo” e al “giallo”. Aggiungerei anche al beige chiaro-champagne, accezione che rappresenta sicuramente la degenerazione del tipo (che porta quasi sempre pelo molle e sottopelo scarso o assente, difese troppo abbondanti e setose, orecchie molto pelose e cranio e sterno ricoperti da lunghi “ciuffi” lanosi, che ritornano nonostante i vari stripping) e che è comunque presente in non pochi soggetti.


Nella mappa dei colori del bassotto sono descritti due tipi di geni per il fulvo, uno dominante e uno recessivo. Dopo diciassette anni di esperienza, posso dire che sia la mia genealogia sia quelle di linee estere che conosco sono dominanti. Un bassotto a pelo duro foglia secca con gene dominante darà quasi sempre almeno un fulvo nelle sue cucciolate. I suoi figli cinghiale (o nero focato o cioccolato o merle) non portano in modo recessivo il pigmento chiaro. Da loro non potrà mai nascere un fulvo, a meno che siano accoppiati a loro volta con un biondo, dove il colore è però dato solo da quest’ultimo soggetto. Molto spesso mi vengono chiesti due foglia secca (maschio e femmina) per iniziarne l’allevamento. La gioia dei “neofiti” è grande, quando rispondo loro che basta un solo bassotto per ottenere tale particolare pigmentazione. In questo modo si può continuare a lavorare sul proprio tipo, con l’introduzione di un solo soggetto della nuova colorazione. Credo che il fulvo recessivo sia ancora riscontrabile in alcuni allevamenti americani. Negli Stati Uniti infatti è tuttora ammesso il nero unicolore (“solid black”), che può portare il biondo recessivo, come avviene per esempio nei cocker o nei labrador.


La dominanza è un aiuto nella selezione che rende molto facili le scelte. Più difficile è lavorare sulla qualità di gradazione e di tessitura che una pigmentazione tanto specifica merita. Allevare un pelo duro color foglia secca alla massima espressione del suo tipo è difficile. Forse proprio per questo (come accennavo sopra per il cioccolato) i pochi bassotti che riescono a raggiungere il “top” sono particolarmente premiati dai giudici, che riconoscono il lavoro attento, meticoloso e serio del loro allevatore.

La tonalità del manto rossa deve preferirsi a scapito di quella grano o gialla e ricoprire con una gradazione uniforme l’intero soggetto. Il tartufo, le unghie e le mucose devono essere neri. L’occhio deve essere nero o al massimo marrone molto scuro. Inutile dire che il bel foglia secca si deve presentare all’opposto del soggetto “champagne” di cui parlavamo all’inizio. Il manto deve essere duro con giuste difese e ottimo sottopelo, le orecchie e la calotta devono essere ricoperte da un pelo folto ma corto.


Per ultimo, mi preme sottolineare il grave rischio in cui si può incorrere con l’allevamento di questo colore, proprio per la frenesia e l’impazienza del seguire la moda. Attenzione all’uso di stalloni di linee estere o all’importazione di cuccioli stranieri scelti in tutta fretta e con scarsa attenzione al loro background genetico. In alcuni Paesi, anche europei, dove è ancora in vigore il “coat crossing”, è assolutamente consentito e permesso ottenere un foglia secca attraverso l’accoppiamento di un pelo corto fulvo o di un pelo lungo rosso con un pelo duro cinghiale. E se già nel fenotipo questi cani possono discostarsi dal fulvo duro corretto, mostrando a volte un mantello un po’ troppo corto e con scarse difese o un po’ troppo lungo e abbondante, a volte anche occhi troppo chiari, rosso-gialli o gialli, nel genotipo costituiscono purtroppo sicuramente delle vere e proprie “mine vaganti” per le future generazioni
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Laura Ranza
(da “I Nostri Cani”, anno 54°, nr. 10, novembre 2008)

Red colour in wire-haired Dachshund

An article come out in the most important dog magazine in Italy, the official magazine of E.N.C.I., the Italian Kennel Club, in which we write about the red colour in wire-haired dachshunds and the difficulties and properties of its selection.

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